Möbius 2018, Simposio

La cultura digitale del paesaggio. L’arte del rendering dal locale al globale

Il palcoscenico del cambiamento e delle sfide della società contemporanea
06 Ottobre 2018, 15:00
Andreas Kipar

Mai come in questo secolo le città sono in crescita e assumono sempre maggiore peso in campo politico, culturale ed economico. Proprio per questo loro ruolo trainante, esse sono il palcoscenico del cambiamento e delle sfide della società contemporanea.


Se le esperienze storiche di riconversione urbana si basavano sul recupero di eredità del passato, oggi il fenomeno della digitalizzazione sta rivoluzionando il concetto di città partendo da un processo opposto, del tutto nuovo: essa è globale, accessibile da tutti e da ovunque, comprime la spazialità e la temporalità del paesaggio quotidiano: libera spazi, stimola la condivisione e connette cose e persone.

L’immagine statica di città mineralizzata, tramandata attraverso secoli di storia urbana occidentale, viene sovvertita nell’era digitale dai luoghi della sharing society, luoghi della condivisone, dove lo spazio pubblico torna ad essere protagonista. Le maggiori città europee stanno creando nuovi quartieri in cui lo spazio pubblico ha un ruolo centrale e declinano i princìpi di modelli condivisi (smart city, resilient city, green city, ecc.) con l’obiettivo comune di creare città più resilienti, più efficienti, più vivibili. Lo sviluppo urbano e territoriale parte dallo spazio aperto per giungere al costruito, e non più viceversa.
In questa ottica “la paesaggistica insegna qualcosa di fondamentale agli architetti: è perverso anchilosare la crescita, le strutture vitali non possono essere ibernate. Per questo verso le indagini nei
territori e nei paesaggi sono liberatori anche in chiave architettonica (…) gli ideali non riguardano più la stabilità, l’armonia, l’equilibrio, il necrofilo distacco, ma la gestione della conflittualità, e di un rigenerato nomadismo” (B. Zevi , Paesaggistica e grado zero della scrittura architettonica: consultazione internazionale e convegno, Modena, settembre 1997), come dichiarava Bruno Zevi più di venti anni fa.


Reconnecting People with Nature, diventa allora un obiettivo, la ricerca di una scala umana in antitesi con la frammentazione e l’incertezza che i progressi tecnologici stanno introducendo nella nostra vita quotidiana. Il paesaggio è un processo di umanizzazione della città in quanto storia, o meglio in quanto racconto delle persone che lo vivono, come amava dire Calvino. La natura urbana diviene il driver di questo processo di umanizzazione.

 

Andreas Kipar
Andreas KiparArchitetto, cofondatore di LAND (Landscape Architecture Nature Development), Milano

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