L’idea di metaverso può essere estremamente affascinante, soprattutto alla luce degli anni di isolamento forzato imposto dal Covid-19. Per poter funzionare davvero, tuttavia, sarebbe necessario un salto di qualità che non limiti la prospettiva solamente al mero intrattenimento o a una grande proposta commerciale. Se vogliamo che abbia un vero valore, il metaverso deve essere allargato agli ambienti reali, formando quella che possiamo chiamare una “meta-città” che sia rappresentata e rappresenti all’incrocio tra smart city, “città gemella digitale” e metaverso la sua popolazione, con tutte le complessità che la caratterizzano.
Uno spirito che è riecheggiato nelle parole di Derrick de Kerckhove, sociologo e psicotecnologo, che ha auspicato che sia possibile restituire una dimensione etica a un mondo che finora è stato soprattutto orientato al business, coniando l’idea della “metacity”, una riproduzione in chiave digitale di quegli spazi di aggregazione che sono stati fondamentali per l’identità e lo sviluppo della specie umana.