Möbius 2022

Möbius Incontri 2022: metaversi, una rivoluzione?

Luca de Biase, Gabriele Balbi, Derrick de Kerckhove e Gualtiero Carraro ci spiegano questo nuovo mondo digitale

Luca De Biase, giornalista de “Il Sole 24 Ore”, ha diretto l’incontro sulla galassia emergente dei Metaversi, evidenziando le capacità trasformative delle esperienze immersive, in grado più di tutto di far cambiare (o manipolare?) le nostre idee.

 

Ma cosa vuol dire “metaverso”? Nessuno lo sa, ha spiegato il professore associato in media studies dell’USI Gabriele Balbi. Non ci sono ancora definizioni precise, e questo forse è un bene perché permette di accogliere e incubare forme diverse in attesa che questo nuovo mondo si solidifichi in quella finale.

 

Quello che è chiaro è che c’è un forte interesse, che coinvolge anche i massimi vertici dell’Unione Europea, come ha spiegato Gualtiero Carraro, imprenditore e fondatore di Carraro Lab. L’UE ha preso una posizione netta sul tema, con l’obiettivo che il web 3.0, questa evoluzione immersiva di internet che sarà probabilmente un web in 3D, non sia piagato dalle medesime distorsioni che sono emerse da una gestione scellerata del web 2.0 nell’ultimo decennio. Quindi le parole d’ordine sono regolamentazione, pluralismo, formazione e creatività per dare vita a spazi aperti e pubblici in cui fisico e digitale si ibridino, in ultima istanza tenendo etica e sicurezza al centro di ogni progettualità.

 

Uno spirito che è riecheggiato nelle parole di Derrick de Kerckhove, sociologo e psicotecnologo, che ha auspicato che sia possibile restituire una dimensione etica a un mondo che finora è stato soprattutto orientato al business, coniando l’idea della “metacity”, una riproduzione in chiave digitale di quegli spazi di aggregazione che sono stati fondamentali per l’identità e lo sviluppo della specie umana.

 

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La parola “metaverso” appare per la prima volta nel romanzo fantascientifico Snow Crash di Neal Stephenson, pubblicato nel 1992, per descrivere una ipotetica evoluzione della neonata Internet nella forma di un’immensa città-pianeta in cui interi edifici diventano una rappresentazione tridimensionale dei siti web. Uno spazio digitale da esplorare liberamente con visori per la realtà virtuale e avatar, in un sistema per accedere a contenuti e informazioni che ricorda molto più World of Warcraft o Second Life che non Chrome e Firefox.

 

Tutto questo non vuol dire che l’idea non fosse già nell’aria da tempo. È del 1982 il film Tron, in cui Jeff Bridges viene digitalizzato e “teletrasportato” all’interno di un supercomputer in cui i programmi esistono in forma umana. Due anni dopo è il turno del romanzo Neuromante di William Gibson, che rappresenta il ciberspazio come una acerba realtà virtuale chiamata Matrice, un termine a sua volta estremamente evocativo. Nel 1985 entra in sviluppo negli uffici della Lucasfilms Habitat, un videogioco online per Commodore 64 che dà ai giocatori la possibilità di esplorare una città virtuale e interagire con altre persone in quello che è un vero e proprio precursore di Second Life. E se vogliamo possiamo guardare indietro addirittura fino al IV secolo a.C., quando Platone raccontava quel mito della caverna che ha ispirato negli anni molte opere sul tema.

 

Quella del metaverso è un’idea che affascina da lungo tempo. La possibilità di esplorare mondi impossibili ed entrare in contatto con altre persone senza limiti fisici è avvincente e i suoi sostenitori dipingono il metaverso come una rivoluzione paragonabile a quella degli anni Novanta che ci ha portato internet. Dall’altro lato, però, i suoi critici ricordano come non sia innovativa né tantomeno pratica, tracciando paragoni con altri mondi che si sono alla fine rivelati effimeri.

 

Non possiamo in ogni caso rinunciare a interrogarci su quali saranno gli scenari futuri. È una rivoluzione che vogliamo? È una rivoluzione possibile? O si tratta forse più che altro di un esercizio di marketing digitale?

 

Venerdì 14 ottobre 2022, ore 15.15

Auditorium USI, Lugano



IntroduzioneLuca de Biase, giornalista de “Il Sole 24 Ore”
Luca De Biase
Il metaverso è la prossima rivoluzione?Gabriele Balbi, Professore associato in media studies, USI
Gabriele Balbi
La metacity è più appassionante del metaversoDerrick de Kerckhove, sociologo e psicotecnologo
Derrick de Kerckhove
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