Come vanno interpretati i dati? La pervasiva ubiquità di dispositivi collegati alla rete, la disponibilità di strumenti sempre più precisi e la sempre crescente capacità di elaborare informazioni dei nostri computer ci mettono di fronte a una disponibilità di informazioni impossibile da immaginare anche solo vent’anni fa. Il rischio di “fare indigestione”, di trarne le conclusioni sbagliate, è concreto se questi dati non sono raccolti e interpretati correttamente.
D’altro canto, un’interpretazione corretta può dare un aiuto sostanziale alla lotta a problemi concreti. Un esempio è quello del benessere ambientale, come sottolinea l’intervento di Bruno Oberle, presidente IUCN e già direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente (basti pensare alla storia di OASI, l’Osservatorio ambientale della Svizzera Italiana).
Presenta un esempio lampante Antonietta Mira, professoressa di statistica e direttrice del Laboratorio scienza dei dati USI: quello della questione di genere nei dati, troppo spesso ignorato nel momento della raccolta e dell’analisi e divenuto dolorosamente evidente nell’anno e mezzo di pandemia in cui si è dovuto fare i conti con le differenze tra i sessi a livello medico e socioeconomico.
Allo stesso modo, l’intervento di Ivano Dandrea, CEO del Gruppo Multi, mette in evidenza il problema del calo demografico in Ticino e l’importanza di una attenta partecipazione della società civile e della politica per trovare una soluzione. La riflessione è altresì un invito a partecipare al convegno dell’Associazione Coscienza Svizzera del 22-23 ottobre al Campus Est USI-SUPSI, Lugano-Viganello.
16 ottobre 2021, ore 17.00-17.45
Studio 2 RSI, Lugano-Besso